Progetto Sircle

Salario minimo: per la Cassazione si può andare oltre il CCNL di riferimento

Autore: Pasquale Lazzaro

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Il salario minimo è, da mesi, al centro di un grande dibattito in merito alla sua utilità ed alla produzione di possibili esternalità sul mercato del lavoro. L’argomento comincia ad assumere grande importanza anche per la giurisprudenza.

La Corte di Cassazione ha, con sentenza n. 27711 del 2 ottobre 2023, sostenuto che ai fini della individuazione della retribuzione equa e sufficiente, già prevista all’articolo 36 della Costituzione, si deve verificare la stessa sulla base delle determinazioni previste dal contratto collettivo stipulato dalle associazioni sindacali più rappresentative. Ma non è tutto: secondo la Cassazione il vero problema si presenta quando, lo stesso CCNL di riferimento, detta dei minimi salariali troppo bassi. In tal caso il giudice deve valutare i trattamenti previsti da altri contratti collettivi di settori affini nonché gli indicatori economici e statistici utilizzati per misurare la soglia di povertà come, ad esempio, l’indice ISTAT, i dati Uniemens per il calcolo del salario medio, il valore della NASPI oppure i trattamenti di integrazione salariale in presenza di sospensione dell’attività.

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